Cimex lectularius - Cimici dei letti
La cimice dei letti (Cimex lectularius) è un parassita umano ematofago (ovverosia, si ciba di sangue) che sembrava avere fatto la sua scomparsa dal contesto civile occidentale sin dagli anni ‘50, in parte grazie all'arrivo ed alla commercializzazione dei primi insetticidi organici di sintesi, come ad esempio il DDT.
Dagli ultimi anni '90, tuttavia, questo sgradevole infestante è progressivamente ricomparso nella società civile, riappropriandosi in meno di dieci anni di tutto il territorio perduto, mostrando peraltro di essere perfettamente in grado di colonizzare molti ambienti difficili da prevedere.
Attualmente, la cimice dei letti è nuovamente un problema di seria importanza per numerose attività umane; è dunque quanto mai necessario possedere tutte le conoscenze necessarie per contrastarne la diffusione.
Aspetto, ciclo biologico e comportamento
La cimice dei letti è di dimensioni piuttosto ridotte, non superando i 6-8 mm di lunghezza (adulto sazio). Il corpo è di forma normalmente ovale ed estremamente appiattito. Il colore varia dal bruno rossiccio (quando a digiuno) al nerastro (quando in stato di sazietà di sangue).
La cimice dei letti è un insetto che fugge dalla luce, ed abbandona i propri rifugi alla ricerca di cibo soltanto nel corso delle ore notturne e/o in mancanza di illuminazione. In alcuni casi, tuttavia, specialmente dopo un lungo periodo senza essersi cibati ed in presenza di un possibile ospite, si sposta anche in piena luce. Le piccole dimensioni e la struttura appiattita permettono a quest'insetto di annidarsi in fessure di ampiezza piccolissima, nelle quali si riunisce spesso in intere colonie, e dove quindi risultano presenti esemplari di tutte le età, uova, materie fecali, residui di muta, e così via. La cimice preferisce nettamente, a tale proposito, le superfici ruvide di materiali come legno, carta, cartone, tessuti, sebbene possieda in ogni caso la capacità di insinuarsi in una gamma di materiali molto più ampia.
Le uova di cimice sono di colore bianco perlaceo, lunghe circa 1 mm, e vengono deposte (incollate), isolate o a gruppi, vicino ai punti di annidamento e, in ogni caso, in posti nascosti e difficilmente raggiungibili. Sono praticamente impermeabili e dunque resistono agli insetticidi tradizionali.
Quando le uova si schiudono, dopo circa 10 giorni (i tempi però posso variare a seconda della temperatura dell’ambiente circostante) fuoriescono da esse delle piccole neanidi di colore chiaro, già pronte a cibarsi di sangue. Lo stadio adulto, quando le condizioni sono favorevoli, è raggiunto nel giro di 30-40 giorni, dopo cinque mute. Per ogni muta è necessario come minimo un pasto di sangue.
Il ciclo di vita degli adulti dura mediamente 4-6 mesi, ma in particolari casi la durata può raggiungere i due anni. Ogni femmina adulta, durante il proprio ciclo vitale, depone fino a 500 uova. In condizioni ideali un esemplare adulto si ciba ogni 4-6 giorni, ma è in grado di sopravvivere senza nutrirsi per oltre dodici mesi.
I possibili ospiti (dunque possibile cibo per la cimice) sono percepiti attraverso le emissioni di anidride carbonica, il calore del corpo, e l’odore della pelle. Una volta individuato un bersaglio appetibile, la cimice lo raggiunge muovendosi piuttosto rapidamente, e infigge l'apparato boccale in un’area scoperta sulla pelle, iniettando all’interno dell’ospite la propria saliva anticoagulante.
In seguito a questo la cimice “mangia” una quantità di sangue pari a circa 5 volte il peso del proprio corpo. L'intera operazione richiede dai 3 ai 10 minuti.
Una volta terminato l’operazione di nutrirsi, la cimice torna a nascondersi in un posto sicuro, normalmente insieme a molti individui della propria specie, dove passerà i giorni successivi in stato di quiete, digerendo il pasto di sangue.
Le cimici femmine già fecondate hanno invece la decisa tendenza a non desiderare la vicinanza degli esemplari maschi e, nel cercare nuovi ripari, si annidano in zone "vergini"; così facendo rappresentano uno dei più efficaci mezzi di diffusione di questa specie in ambienti nuovi ancora non infestati.
Il morso della cimice non provoca dolore, e normalmente non viene neppure sentito dalla vittima, mentre spesso provoca molto fastidio la reazione allergica alla saliva iniettata, che provoca la formazione di una papula fortemente pruriginosa, che richiede un periodo di giorni o addirittura settimane per guarire. La portata della reazione allergica così descritta, tuttavia, può variare molto da soggetto a soggetto e può in alcuni casi essere del tutto assente, rendendo così impossibile accorgersi dell'attacco avvenuto.
Il potenziale infestante di Cimex lectularius è notevole, perchè è alto il rischio di non accorgersi per lunghissimo tempo della sua presenza. Le punture sul corpo vengono infatti molto spesso attribuite ad insetti di specie differenti e, nel caso in cui il ricambio di ospiti nei locali infestati è continuo e con una rotazione molto rapida (come regolarmente può accadere, ad esempio, in alberghi o bed & breakfast) possono trascorrere anche molti mesi prima che si abbia il sentore di un possibile problema in corso.
A quel punto però, la colonizzazione degli ambienti è di solito già notevolmente avanzata.